Tutte le attività e tutte le tecniche hanno specifici effetti e favoriscono alcuni risultati a discapito di altri. Ad esempio le tecniche teatrali hanno una valenza soprattutto espressiva ma mettono gli obiettivi di socialità in secondo piano. Le feste favoriscono l’aggregazione e il divertimento, ma solo casualmente facilitano la sensibilizzazione. Le attività manuali possono sviluppare la creatività, ma solo a patto che siano poco strutturate. Il lavoro di gruppo può promuovere la socialità ma, se non condotto con cognizione di causa, può pure inibirla. Si comprende dunque che l’animatore deve compiere delle scelte meditate rispetto ai mezzi da utilizzare in funzione degli obiettivi da cogliere. Se ci si pone come obiettivo la socialità, la tecnica che l’animatore userà dovrà favorire lo scambio, la comunicazione, la conversazione e la relazione. Se invece l’obiettivo è la creatività o l’espressività, tutte le attività che pongono al centro la relazione diventano superflue. Tra le regole dell’animazione vi è quella di non fare mai qualcosa che si può “far fare” all’utente da solo. E mai fare da soli ciò che si può fare assieme agli utenti.